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Piparelli (biscotti siciliani)



I piparelli (o pipareddi) sono dei deliziosi biscotti speziati della città di Messina, ma diffusi in tutta la Sicilia. Si dice che l’origine del nome sia da ricondursi alla cottura che, anticamente avveniva nelle stufe a legna e che sembrava fumassero come pipe; la temperatura delle stufe non superava i 50°C, quindi i piparelli cuocevano per molte ore. 
In passato questi biscotti venivano preparati solo nelle feste patronali, proprio perchè i tempi per produrli erano lunghi. Oggi è un prodotto da forno che si trova tutto l’anno nelle pasticcerie e nei panifici. Per assaporare tutta la loro bontà, la tradizione suggerisce ingredienti locali di qualità. La ricetta originale vuole lo strutto, io però per gusto personale, l’ho sostituito con l’olio, ottenendo così un biscotto più sano.

Brioches col tuppo siciliani con lievito madre (senza burro)




La seconda versione (la mia) delle brioches catanesi col tuppo (qui trovate la prima versione). Questa volta le ho volute provare con il lievito madre e con l'olio al posto del burro… deliziose! Il risultato mi ha talmente soddisfatto che le ho rifatte per ben tre volte. Ottime gustate con la granitasorbetto o gelato come vuole la tradizione catanese oppure con marmellata di arance o limoni. Ultimamente sembra essere diventata la nostra colazione preferita.

Friselle integrali o di semola di grano duro con lievito madre




Le friselle vengono prodotte in Puglia ma diffuse in Campania (fresella) e in Calabria (fresa). La forma a ciambella veniva fatta per esigenze di trasporto e conservazione, in passato infatti, venivano infilati con una cordicella attraverso il buco e annodati a collana, per poterli poi trasportare e appenderle in un luogo asciutto. Al momento del consumo vengono bagnate sotto il getto dell’acqua corrente e condite con pomodori, cipolla, basilico e altro secondo i gusti.

Tabbouleh (Tabulè o Taboulè) libanese




Quella di oggi è un’insalata fredda della cucina libanese. Un piatto che si prepara velocemente con pochi e sani ingredienti: grano bulgur aromatizzato da prezzemolo, menta, cipollotti tagliati sottili (rigorosamente al coltello… niente mixer) e una dadolata di pomodori. Una pietanza gustosa e leggera, proprio il genere di piatti che amo preparare nelle calde giornate estive.

Castagnaccio toscano (ricetta tradizionale)



Il castagnaccio è uno dei dolci più antichi e rappresentativi della tradizione contadina toscana, un esempio perfetto di cucina povera che fa della semplicità un valore. Nato dall’ingegno delle popolazioni rurali che dovevano arrangiarsi con pochi ingredienti disponibili, questo dolce autunnale è un vero e proprio omaggio al frutto simbolo dei boschi appenninici: la castagna. Il castagnaccio è una torta bassa e densa, realizzata con farina di castagne, acqua, olio extravergine d’oliva, rosmarino e spesso arricchita con uvetta, pinoli e noci. Il suo sapore è rustico, con note dolci e leggermente amarognole, tipico della farina di castagne non zuccherata. Non contiene lievito né zuccheri aggiunti (almeno nella versione tradizionale), ed è naturalmente senza glutine.

Il castagnaccio ha origini antiche e contadine, legate in particolare alle zone appenniniche della Toscana, ma è diffuso anche in altre regioni del centro-nord Italia, come la Liguria, l’Emilia-Romagna e il Piemonte. Le prime testimonianze scritte risalgono al XVI secolo, e si attribuisce la codificazione della ricetta a un cuoco lucchese di nome Pilade da Lucca.

Un tempo la farina di castagne era chiamata “farina dolce” e costituiva uno degli alimenti base per le popolazioni montane, specialmente durante i mesi freddi. Il castagnaccio non era considerato un dolce nel senso moderno del termine, ma un vero e proprio piatto nutriente, spesso consumato come pasto principale o come spuntino energetico.

Oggi il castagnaccio è tornato sulle tavole grazie alla riscoperta dei sapori autentici e della cucina tradizionale. Viene spesso servito tiepido, accompagnato da ricotta fresca, miele o un bicchiere di vin santo

Il castagnaccio toscano è un dolce povero tipicamente autunnale, con una preparazione facile e anche abbastanza veloce. Per una buona riuscita, dovete prestare attenzione alla densità ed allo spessore che dev’essere sottile, inoltre per fare aderire meglio i pinoli e per evitare che brucino in cottura, bisogna bagnarli prima di distribuirli in superficie. L’olio al rosmarino è una caratteristica di questa specialità toscana.


Risotto al nero di seppia



Un piatto tradizionale della cucina siciliana Orientale. A prima vista il colore che assume la pietanza, potrebbe suggestionare, in realtà superato il primo impatto, avrete modo di apprezzare una prelibatezza culinaria insolita, ma di notevole gusto.


Ribollita


Un piatto povero della cucina Toscana, per il quale c’è poco da dire se non che è di una bontà unica. E’ una zuppa che potrebbe essere preparata il giorno prima cosi come facevano anticamente le contadine che, volutamente ne cuocevano in abbondanza, il giorno dopo la rimante veniva ribollita nel forno a legna, da qui il nome. Per ribollirla si consiglia un tegame di terracotta o comunque uno con fondo spesso per evitare che si attacchi o bruci sul fondo.


Pesto di pistacchi di Bronte e pici fatti in casa


Anche quest’anno durante la breve vacanza in Sicilia, sono andata a Bronte (CT) ad acquistare i rinomati pistacchi dai coltivatori dell'azienda “Evergreen”. Ho chiesto consiglio al titolare su come fare il vero pesto di pistacchi, la risposta è semplice: pistacchi (rigorosamente con la pellicina) e un ottimo olio extravergine, null’altro, quindi niente formaggio e aglio. Ero curiosa di conoscere il risultato di tanta genuinità... Spettacolare! Mentre preparavo il pesto mi sono venuti in mente i “pici” (ricetta vista in rete e leggermente modificata)... L’abbinamento è stato un trionfo, un mix di cucina siciliana e toscana, direi un matrimonio più che perfetto!


Torta briciolina con frolla all’olio



Un dolce tradizionale preparato con crema di ricotta e amaretti in frolla sbriciolata (la mia senza burro). Una bontà fino all’ultima briciola e con una preparazione per nulla impegnativa, l'aspetto rustico la rende di facile e veloce esecuzione. Io ne ho fatta una di piccole dimensioni ed è finita in men che non si dica, a questo proposito vi consiglio di raddoppiare le dosi per una torta più grande... Ne vale la pena! 

Crostata con gelo di melone alla cannella (gelo di mellone o gelo di muluni)


Per il giorno del mio compleanno ho pensato bene di festeggiare con un dolce tipico della tradizione siciliana, in fondo un pò mi rappresenta... A Catania il “gelo di muluni” si usa aromatizzarlo con la cannella, ma equivalenti preparazioni si ottengono con infuso di gelsomino o succo e aroma di limone. A Palermo è usanza servire il “gelo di mellone” nel giorno di ferragosto per l’Assunzione della Beata Vergine Maria. Un’altra variante di decorazione può essere con gocce di cioccolato e pezzettini di zucca candita.

Focaccia pugliese



Non è buona... di più! Premetto che, di solito non amo le focacce troppo alte, ma questa pur essendo alta è straordinariamente buona, ottima anche il giorno dopo, quindi volendo potete raddoppiare e farne due  teglie. L’impasto è molto idratato, di conseguenza si presenta abbastanza morbido, sarebbe meglio lavorarlo con la planetaria, altrimenti impastate in una ciotola, battendolo a lungo con le mani, sarà faticoso ma ne vale la pena... Provatela!